Vediamo nell'opera di Italo Svevo, Senilità, edita nel 1898, come l'etere compaia in quanto elemento chimico. Il romanzo racconta la storia di due fratelli: Emilio Brentani e Amalia;
L'etere fa una comparsa tragica dal momento che è il mezzo tramite il quale Amalia, ormai perduta, giunge alla morte.
"Una sola boccetta era fuori
di posto, e in quella c'era ancora un resto di liquido trasparente. L'odore del liquido non lasciò luogo a dubbi;
doveva essere dell'etere profumato. Il dottor Carini aveva avuto ragione: Amalia aveva cercato l'oblio
nell'ebrietà. Non ebbe del rancore verso la sorella neppure per un attimo perché la conclusione a cui corse subito la sua mente fu una sola: Amalia era perduta. Quella scoperta valse perciò a ricondurlo finalmente a lei."
(Italo Svevo, Senilità, pag.284)
L'etere fa una comparsa tragica dal momento che è il mezzo tramite il quale Amalia, ormai perduta, giunge alla morte.
(Italo Svevo, Senilità, pag.284)
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