martedì 26 maggio 2020

Step #18


L'etere, che era in passato considerata la parte più pura e alta dell'aria, quella che occupava il mondo degli dei, nel XIX secolo aveva ormai un ruolo fondamentale negli studi fisici con un significato ancora legato a quello originario che aveva nella filosofia e religione greca. Agli inizi dell'800 ci fu la conferma della natura ondulatoria della luce, e nel 1818 venne reintrodotto il concetto di etere, dal momento che la luce in quanto onde doveva propagarsi attraverso una qualche sostanza. Questo ipotetico etere doveva essere infinitamente rigido ma, allo stesso tempo, non doveva opporre resistenza a corpi che lo attraversano oltre ad essere onnipresente. Con gli studi di Lorentz si diffonde tra i fisici la certezza assoluta della presenza dell’etere. Nessuno avrà mai un minimo dubbio sull’esistenza di una tale misteriosa sostanza nonostante un ventennio di test sperimentali negativi.
Nel 1905 il giovane Albert Einstein pubblica sulla più importante rivista di fisica tedesca un articolo dove mette in discussione tutte le concezioni dello spazio e del tempo su cui si era basata la fisica fino ad ora.
Sull'etere dice che un mezzo di propagazione è superfluo, dal momento che non è neanche necessario uno spazio statico. Conclude dicendo che quindi l'etere non esiste, ma sono solo le Leggi di Newton che perdono validità quando si è vicini alla velocità della luce. Molti fisici non furono mai d'accordo con le novità di Einstein, alcuni provarono a smentirle in maniera sperimentale, sempre fallendo.

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